TEATRO RIVOLUZIONE UMANA

Istituzione di un laboratorio di teatro nelle terapie


Confine Incerto in partenariato con AFASP

Laboratorio diretto da Emanuela Bianchi e Ninì Mazzei con l’ausilio del gruppo di Teatro Terapia del F.I.T. (Federazione Italiana Teatro Terapia) e la Dott.ssa Rosanna Vigliarolo.

Il progetto

TEATRO RIVOLUZIONE UMANA

Istituzione di un laboratorio di teatro nelle terapie

Confine Incerto in partenariato con AFASP

Laboratorio diretto da Emanuela Bianchi e Ninì Mazzei con l’ausilio del gruppo di Teatro Terapia del F.I.T. (Federazione Italiana Teatro Terapia) e la Dott.ssa Rosanna Vigliarolo.

Il progetto

IL PROGETTO

Il progetto mira alla integrazione sociale tra disabili psichici provenienti prioritariamente dal Centro Diurno ed in fase di riabilitazione sociale e studenti universitari.
Oltre ai partecipanti del laboratorio è previsto l’inserimento di 3 operatori al fine di sostenere e supportare i partecipanti disabili nell’ambito del laboratorio stesso.
Il numero dei partecipanti è di massimo 20 persone.
La scelta dei partecipanti avverrà attraverso una valutazione delle motivazioni a cura dell’equipe e il cui giudizio è insindacabile.
Il progetto utilizza le pratiche teatrali (l’arte come veicolo) per attivare un processo di recupero e integrazione. La metodologia utilizzata è quella propria della teatroterapia e del teatro dei sensi. Il teatro allora come espressione fra le più alte di cultura e comunicazione e soprattutto, capace di abbattere le barriere culturali, che discriminano il “diverso”, più diffuse sul problema sociale dell’integrazione.
Attraverso la messa in scena teatrale e la documentazione (opuscolo, video e fotografica) dell’esperienza e dell’attività del laboratorio e alla previsione di alcuni incontri tra esponenti universitari (Università Magna Grecia e Istituto Devereux –francia), si darà ampia diffusione ai risultati.
Il percorso di lavoro prevede la costituzione di un Laboratorio teatrale (totale 100 ore).
Si articola sulla complessa strategia comunicativa che passa attraverso le attività teatrali (corpo, spazio, gesto e movimento,la voce, la costruzione del personaggio, la costruzione di drammaturgie collettive attraverso l’uso della scrittura creativa, il colore e la luce) come elementi primari dell’espressione che , per giungere ad un senso compiuto hanno bisogno di ordinarsi, di “incorniciarsi” in quello che si definisce appunto teatro. Si affronteranno quindi le regole di composizione, sviluppo e montaggio delle singole unità espressive.
Intorno al laboratorio teatrale l’equipe incontrerà le famiglie e i medici dei pazienti per organizzare una comune strategia e un dialogo continuo provvederà a meglio organizzare il feedback. Inoltre sono previsti due incontri aperti al pubblico, per incentivare e sensibilizzare la cittadinanza al tema del disagio mentale, ala sua prevenzione e alla sua cura, poiché emerge costantemente una generale forma di ostruzionismo e ghettizzazione del disturbo mentale.

IL PROGETTO

Il progetto mira alla integrazione sociale tra disabili psichici provenienti prioritariamente dal Centro Diurno ed in fase di riabilitazione sociale e studenti universitari.
Oltre ai partecipanti del laboratorio è previsto l’inserimento di 3 operatori al fine di sostenere e supportare i partecipanti disabili nell’ambito del laboratorio stesso.
Il numero dei partecipanti è di massimo 20 persone.
La scelta dei partecipanti avverrà attraverso una valutazione delle motivazioni a cura dell’equipe e il cui giudizio è insindacabile.
Il progetto utilizza le pratiche teatrali (l’arte come veicolo) per attivare un processo di recupero e integrazione. La metodologia utilizzata è quella propria della teatroterapia e del teatro dei sensi. Il teatro allora come espressione fra le più alte di cultura e comunicazione e soprattutto, capace di abbattere le barriere culturali, che discriminano il “diverso”, più diffuse sul problema sociale dell’integrazione.
Attraverso la messa in scena teatrale e la documentazione (opuscolo, video e fotografica) dell’esperienza e dell’attività del laboratorio e alla previsione di alcuni incontri tra esponenti universitari (Università Magna Grecia e Istituto Devereux –francia), si darà ampia diffusione ai risultati.
Il percorso di lavoro prevede la costituzione di un Laboratorio teatrale (totale 100 ore).
Si articola sulla complessa strategia comunicativa che passa attraverso le attività teatrali (corpo, spazio, gesto e movimento,la voce, la costruzione del personaggio, la costruzione di drammaturgie collettive attraverso l’uso della scrittura creativa, il colore e la luce) come elementi primari dell’espressione che , per giungere ad un senso compiuto hanno bisogno di ordinarsi, di “incorniciarsi” in quello che si definisce appunto teatro. Si affronteranno quindi le regole di composizione, sviluppo e montaggio delle singole unità espressive.
Intorno al laboratorio teatrale l’equipe incontrerà le famiglie e i medici dei pazienti per organizzare una comune strategia e un dialogo continuo provvederà a meglio organizzare il feedback. Inoltre sono previsti due incontri aperti al pubblico, per incentivare e sensibilizzare la cittadinanza al tema del disagio mentale, ala sua prevenzione e alla sua cura, poiché emerge costantemente una generale forma di ostruzionismo e ghettizzazione del disturbo mentale.